Il mio mondiale

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Il ritrovo è a Malpensa, alle sette di sera.

Quando arriviamo, troviamo già Gualtiero e Maurizio, poi pian piano arrivano gli altri, tredici in tutto (gli altri sono già partiti) ed espletate le formalità si parte, prima meta Dubai.

Che dire, l’aeroporto è una cattedrale in mezzo al deserto, ultramoderno e immenso. Per andare da un terminal all’altro c’è la metropolitana interna, ci sono cascate e piante di palme. In lontananza si intravedono i megaedifici moderni che svettano altissimi, ma la stanchezza vince tutti noi e nonostante il caffè costosissimo (tre caffè, tredici euro….) ci addormentiamo sulle panchine, in attesa del volo per Johannesburg.

La preoccupazione serpeggiante è quella riguardo agli archi: arriveranno? In che condizioni? Invece, dopo otto ore di viaggio che ci sembrano interminabili, scopriamo che ci sono tutti, sani e salvi!
Fuori dall’aeroporto c’è un incaricato con un cartello WBHC e il logo del campionato, ci sono già arcieri di varie nazionalità. Il pullman ci preleva e comincia l’avventura sudafricana.
Mentre la palla rossa del sole incendia la savana e scompare all’orizzonte, i nostri occhi scrutano il cielo per ammirare costellazioni sconosciute.

Quello che mi colpisce la mattina successiva è la luminosità del cielo, senza una nuvola e la nitidezza dei colori della primavera sudafricana; il sole sorge prestissimo e tramonta intorno alle sei/sei e mezza di sera, Fa caldo e l’aria è secca, mentre la sera una piacevole frescura accarezza la pelle.

Il nostro hotel è pieno di arcieri da ogni parte del mondo L’atmosfera è particolare, sembra di stare al villaggio olimpico, e c’è uno spirito cameratesco incredibile.
Passiamo al controllo materiali. Ci viene consegnato il nostro numero di pettorale e una borsa con fazzolettini rinfrescanti, spray solare e burro cacao. Ovunque persone con archi e frecce.

Nel pomeriggio c’è la cerimonia inaugurale. Ogni nazione deve sfilare dietro la propria bandiera e recarsi in un parco dove si svolgerà la cerimonia. Noi, ligi al dovere, ci posizioniamo dietro la bandiera italiana e, non so come, mi ritrovo con il cartello Italy in mano. Beh, è il mio primo mondiale e la cosa mi riempie anche un po’ di orgoglio, siamo arrivati quaggiù in rappresentanza dell’Italia e il fatto di avere tra le mani quel cartello in fondo mi emoziona anche. E’ bello vedere le magliette delle varie squadre, quella rossa austriaca, quella nera neozelandese, quella azzurra italiana!!! Una mescolanza di colori e persone.
I cuochi locali hanno preparato dei barbecue con intere bestie messe sul fuoco a cuocere… Non so che animali fossero, ma erano molto buoni!
Poi alcuni ragazzi ci hanno allietato con la loro musica e i loro strumenti. Erano simili a xilofoni, ma fatti di legno, con listelli di vario spessore che producevano suoni differenti.
Il sole alla fine tramonta, rendendo dorato il cielo e noi ci avviamo verso le nostre camere. Domani comincia l’avventura e dobbiamo riposare.

Dopo una notte insonne (ansia da gara) apro le tende alle 6 del mattino e un sole accecante entra dalla finestra…… Le richiudo immediatamente tipo Conte Dracula e mi preparo per la colazione: purtroppo ho lo stomaco completamente chiuso e non mangio NIENTE. Sono veramente tesa. Le magliette delle varie squadre escono dalle porte delle camere con dentro arcieri più o meno tesi che trasportano archi e frecce. L’andirivieni finisce quando saliamo sul pullman per andare ai campi.

Io comincio con il giallo, tracciato, su paglioni. Andiamo bene!!! E’ dai tempi in cui il Piero teneva lezioni in campeggio qualche anno fa che non tiro più alle visuali!!!!!!!!
Dopo il pistolotto iniziale (del quale non capisco un granchè) si parte. Ci sono alcuni che devono andare a piedi, altri con le jeep, altri col pullman. Io resto giù dal pullman strapieno……
Per fortuna il mio Captain (caposquadra) è rimasta giù anche lei, per cui, quando arriviamo sul campo giallo ci dobbiamo scarpinare una strada polverosa, senza un filo d’ombra, piena di sassi fino alla piazzola 13 dove ci aspettano le altre due: morale, due tedesche e una austriaca. Però a me va meglio perchè si adattano subito a parlare in inglese, per cui la conversazione non langue, anzi, si parla di Waidring, del tiro con l’arco, del Sudafrica e della Presolana, dove c’erano due di loro. Tanti complimenti per l’organizzazione italiana!!!!!!!!!!
Sono talmente agitata che mi rendo conto di stare quasi tremando….

La mia prima freccia al mondiale è durata giusto il tempo di essere scoccata; infatti manco il paglione (freccia corta) e centro in pieno un sasso sottostante: ROTTA!!!! Poi però la metto di terza….
Ad un certo punto arriviamo alla visuale della zebra. Tocca a me: mi appresto a tirare, ma il mio sguardo viene attratto da un movimento dietro al paglione, un po’ più in là……. Stanno passando delle zebre vere!!! C’è anche un cucciolo…. Ci fermiamo tutti e ammiriamo questi animali bellissimi che si allontano nella calura.

La gara va avanti, metto dentro pochissime frecce, ma quelle poche sono spot (magra consolazione) e la tensione non si allenta.
Arriviamo alla visuale della giraffa. Penso: è una giraffa, per cui sarà GRANDE!!!! Tiro e vado alta, tiro ancora più bassa e vado alta…… abbasso di bestia… e vado bassa, NELLA ROCCIA!!!!!!!!! Quando andiamo al recupero mi rendo conto che E’ GRANDE COME UN CONIGLIO SEDUTO!!!!!! Ma che animali hanno qui in Africa? Dei bonsai????

Comunque tutto procede tranquillo, a parte quando le tre teutoniche si mettono ad abbaiare in tedesco per una freccia che taglia-non taglia……
Per fortuna non è la mia e io non sono neanche marcatrice, quindi che se la vedano tra di loro…..
Alla fine della prima gara sono rimasta con due frecce delle nove con cui sono partita: tra disperse e rotte una ecatombe!!!! Per fortuna non sono l’ultima della piazzola, infatti Gabi (che poi rimarrà con me per il resto delle gare) fa meno punti e infatti alla fine risulterà ultima in classifica.

Al ritorno trovo Marino un po’ abbacchiato… non si è divertito e posso capirlo: le mie compagne di piazzola sono state molto gentili con me, anche quando parlavano tra di loro, poi qualcuna mi traduceva sempre quello che stavano dicendo.
Invece lui si è sentito un po’ escluso dalla conversazione (in tedesco) e faceva fatica a entrare nei meccanismi.
Comunque una buona birra fa passare tutto e ci ritroviamo con gli altri per tornare in albergo.

Il giorno dopo io sono sul percorso rosa (animali 3d, gara tipo round).
In piazzola con me ci sono Gabi (tedesca – ultima), Jutta (tedesca – terzultima) e Brigitta (austriaca – prima tra le veterane ricurvo).
Prima della partenza della gara, in lontananza spuntano le teste alte delle giraffe e noi ci fermiamo ad ammirare questi animali eleganti.

La gara si rivelerà non essere molto differente dalla giornata precedente, nel senso che le frecce fuori sono parecchie, bisogna cercarle, fa molto caldo e poi noi siamo le ultime tre della classifica: in effetti su questa cosa ci scherziamo molto… dal basso verso l’altro il gotha dell’arceria è in questa piazzola!!!!!
Davanti a noi ci sono tre vecchiette (e non sto scherzando…. una ha detto di avere 76 anni….) che si perdono in un bicchiere d’acqua, si dimenticano di segnare i punti, si fermano a chiacchierare davanti alle sagome, lasciano l’arco in piazzola… insomma hanno bisogno di una badante!
Ovviamente si perde un sacco di tempo perchè anche la loro mira non è delle migliori e noi, dietro in attesa, ad un certo punto, sulle note di Smoke on the water, imbracciamo i nostri archi tipo chitarra e cominciamo a suonare e a cantare!

Alla fine della giornata io sono davanti a tutte in piazzola, anche a Jutta, alla quale, però, rosicchio solo 13 punti. Quindi, situazione invariata.
Io e Gabi ci salutiamo, sicure che domani mattina saremo di nuovo insieme…..

Terzo giorno, percorso verde (gara tipo battuta, animali 3d).
Ovviamente io e Gabi ancora insieme con anche la cavallona austriaca Brigitta.
Sono captain (caposquadra) e la cosa mi mette un po’ in ansia… Tanto la tensione non se ne è ancora andata, quindi mettiamoci una pietra sopra e… tiriamo.

Purtroppo questa è stata veramente una giornata uggiosa. Nonostante la piazzola simpatica e tranquilla, ci troviamo intappate dopo appena 5 piazzole.
Davanti a noi ci sono due piazzole di ragazzini sudafricani e neozelandesi con l’arco free style…….. non finivano MAI. Il sole scottava di bestia, avrò bevuto almeno 5 o 6 bottigliette d’acqua, la testa scottava nonostante il cappellino.
In più le tre babbione di ieri erano proprio nella piazzola davanti a noi e oggi erano ancora più lente del giorno prima……..
Quindi tra i free style e le babbione abbiamo cronometrato che la piazzola dove abbiamo aspettato meno ha toccato i 12 minuti…. quella dove abbiamo aspettato di più mezz’ora. Ma come fai a restare concentrato sotto un sole che lo senti bruciare anche attraverso gli scarponi e un vento che ti asciuga anche gli occhi?
Io, Gabi e Brigitta eravamo talmente sconsolate che l’unica cosa che ci faceva andare avanti era cronometrare le attese per vedere quale era quella “record”. Tra l’altro tiri una freccia sola, per cui non hai molto da scegliere, o la va o la spacca (e io modestamente… ne ho spaccate!).

L’ultimo giorno si avvicina e per alcuni di noi sarà cruciale: ci saranno diversi podi in ballo!!!

E siamo all’epilogo!
Finalmente riesco a fare colazione, sarà che ormai sono certa di non arrivare ultima (povera Gabi, ieri ha fatto 40 punti….) sarà che finalmente comincio a capire cosa sto facendo, mi sento calma.
Oggi percorso blu (visuali, tracciato) e sono ancora Captain.
In piazzola, oltre a Gabi e Brigitta, arriva una delle babbione, Brigitte, tedesca. Tra Brigitta e Brigitte c’è da confondersi, ma dentro di me so che una è la “cavallona” e l’altra la “babbiona”.
Oggi il caldo è al top… veramente la giornata peggiore per il clima.
Finalmente parto bene, so che la giraffa è PICCOLA e bastarda, so che il bufalo è GRANDE e bastardo e infatti non sbaglio!
Attimo di stupore quando da dietro un paglione spuntano delle gazzelle, o antilopi, o Kudù, non so bene, che ci guardano con curiosità e poi saltellano via attraverso la strada….
Abbiamo ancora le due piazzole di ragazzini free style che cominciano da dove avevano finito…… Che PALLE!!! Però evidentemente qualcuno deve aver detto qualcosa ai Rangers (capicaccia) che infatti li vanno a redarguire e da quel momento in avanti accelerano i tiri.
Il caldo è insopportabile. A metà gara ho un attimo di cedimento, ho le gambe mollissime e la lingua che sembra un rotolo di moquette (come dice Marino). Penso di non farcela, penso anche a ritirarmi, non riesco neanche ad aprire l’arco…. però intravedo la forma inconfondibile del baracchino del ristoro (una mega lattina di coca cola…….). Dico alle mie compagne di piazzola se possiamo fermarci un attimo, bevo una bottiglia di acqua, ne verso un’altra nel cappello che mi rovescio in testa. Loro si preoccupano, ma mi incitano a proseguire. In effetti lo stop mi fa bene, perchè riprendo la gara con più energia. Continuo a tirare benino e penso: ma non potevo calmarmi prima??????????? Magari non sarei arrivata penultima ma un pochino più su…
Alla penultima piazzola mi si avvicina una signora sudafricana della piazzola dietro alla mia. Mi chiede se a fine gara posso regalarle una freccia: “Sai, sono bellissime” mi dice!!!! Io le dico che certamente lo farò… sempre che me ne rimangano ancora. Infatti anche oggi ho fatto un disastro, arrivo all’ultima piazzola con TRE frecce…. Sbaglio la prima, sbaglio la seconda e penso: cavolo… non ho frecce da regalare….. Invece la terza è uno spot stupendo! Finisco il campionato in bellezza, superando anche i 200 punti!!!!
La tipa sudafricana è felice per il regalo e il giorno dopo mi porta un portachiavi con la bandiera sudafricana a forma di punta di freccia!|
Torniamo al lodge, dove Marino, Ralf, Willy e Didier sono già avanti con le birre. Arriva anche Jutta e la festa può proseguire!!!
Scambio di e-mail e contatti facebook, scambi di magliette, pacche, abbracci, baci e arrivederci a domani.
La sera si fa la cena a bordo piscina con tanto di musica. Teutonici ubriachi si buttano in acqua completamente vestiti, finalmente la tensione si allenta!
Marino si avvicina al tipo che suona e si fa dare la chitarra: ci esibiamo nel nostro repertorio classico (Battisti, Nomadi, ecc…) e Gualtiero piange come un vitello, ci viene ad abbracciare e ci stringe fortissimo!
L’Italia ha conquistato otto podi, ed è terza nel medagliere!

E’ finita, ma sarà sempre nel mio cuore………

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