Il profumo del viaggio

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Mi sono resa conto che la prima impressione che ho di un luogo lontano e sconosciuto è quella che ricevo non appena si aprono le porte dell’aeroporto.
La prima “annusata” al paese in cui mi trovo, spesso e volentieri, è una indicazione di quello che mi aspetta.
Mi rendo conto che aspetto con ansia il momento in cui calpesterò la terra dall’altra parte del mondo, sia un marciapiede, sia terra battuta.

La cosa che mi ha colpito al mio arrivo in Martinica è stato l’odore dolciastro dello zucchero caramellato, odore che avrei sentito di nuovo nei cibi, che avrei ricordato nelle immense piantagioni di zucchero di canna.
Ho mangiato carne alla griglia caramellata: dopo un inizio un po’ sorprendente (non ti aspetti che un pezzo di carne abbia quel sapore) l’ho assolutamente adorato!

La prima cosa che ho sentito a Cayo Largo è stato il vento: caldo, sensuale, carezzevole, mai fastidioso. E, in sottofondo, il rumore del mare, a pochi passi dalla pista di atterraggio. Preludio di una vacanza all’insegna della dolcezza, dei colori pastello e della musica caraibica coinvolgente.

A Bangkok ho percepito l’umidità appiccicaticcia che immediatamente si è formata sulla mia pelle. Erano le sei del mattino e già il caldo era insopportabile. Peccato, perché Bangkok è una città semplicemente stupenda e la squisita ospitalità dei thailandesi ti invoglia a ritornarci!

A Zanzibar ho sentito subito profumo di spezie: un misto di fragranze che avrei ritrovato nelle piantagioni di spezie, nei mercati di Stone Town, nei cibi.

Purtroppo, quando arrivo a Malpensa, non sento nessun odore. O meglio, sento l’odore dei tubi di scappamento delle macchine, della pioggia o della nebbia.
E così mi chiedo: se io provo delle sensazioni al mio arrivo in terra straniera, che cosa sentiranno i turisti che arrivano in Italia?

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